Inceneritore: un giorno importante

. lunedì 28 gennaio 2008
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Oggi l'incontro fra Provincia, Comune di Milano e Regione Lombardia per decidere il futuro della gestione dei rifiuti e, sopratutto, se fare il nuovo inceneritore alle porte di Opera.

Le premesse non sono per niente buone. Comune di Milano e Regione sembrano più che mai intenzionati a piazzare il nuovo tumorificio vicino al Carcere di Opera. La Provincia che, grazie alla presenza nella sua maggioranza di alcuni partiti nettamente contrari all'inceneritore, sembrava l'unico baluardo della ragionevolezza, sembra cedere nelle ultime dichiarazioni di Penati secondo il quale non è sufficiente un ampliamento degli impianti già presenti attualmente.

Insomma, nelle istituzioni non c'è nessuno che difende la salute dei cittadini, dei nostri figli e la preservazione di un territorio a carattere agricolo come il il Parco Agricolo del Sud Milano.
Il nostro Sindaco? Quando esce una notizia sui giornali fa una dichiarazione ma di fatti nessuno.
Vi dico cosa avrei voluto io: meno parole e più fatti, azioni legali che iniziavano, che fosse stato presente all'incontro di oggi, che avesse fatto sentire le ragioni degli operesi in tutti i modi possibili.
Ma se si è solo un fuzionarietto di partito è logico si servirà la volontà del partito stesso e non della collettività che si rappresenta. E non a caso i "diossini" sono il partito che più ha spintoper la realizzazione di tumorifici in tutta Italia.

Aspettiamo il quasi tragicamente scontato esito della riunione di oggi pronti a difenderci da soli: liste civiche, comitati, questa è l'unica cosa che ci può salvare. Fin che si rimane legati ai partiti si rimane incatenati ai poteri forti. Quelli che somministrano tumori parlando di ecologia e di un risparmio energetico che non c'è. Il tutto intascandosi miliardi (nostri) che dovevano andare al solare, all'eolico e alle vere fonti rinnovabili.

Ecopass: "ecoballa" alla milanese.

. sabato 19 gennaio 2008
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Ecologia, ambiente, sostenibilità ambientale.
Queste solo alcune delle parole delle quali si riempiono la bocca amministratori che, capita quella che loro stessi considerano niente di più che una moda passeggera, l'ecologia, cercano di sfruttarla a loro vantaggio proclamando come ecologiche iniziative che di ecologico non hanno proprio nulla.

E' così che nascono le ecoballe napoletane che sono solo putridi cumoli di rifiuti che aspettano di essere inceneriti e diventare diossina o che semplicemente marciranno per anni in discariche non a norma inquinando il terreno e le falde acquifere.

E' così che nasce L'"Ecopass" della Moratti. Iniziativa a mio parere in linea di principio condivisibile ma che, così come fatta, non è altro che l'ennesimo prelievo dalle tasche di chi produce e lavora senza dare nulla in cambio. Di ecologia poi, tranne l'"eco" nel nome, non vi è neanche l'ombra. Ecco le eloquenti parole di Massimo Todisco del'Osservatorio di Milano che ha presentato i dati raccolti dopo tre settimane dall'introduzione del provvedimento:
"L'unico effetto rimane quello di rastrellare denaro dalle tasche di studenti, pensionati, lavoratori stranieri e famiglie monoreddito. L'aumento e il decremento dei livelli di PM10 nell'area monitorata rimane pressoché omogeneo e la riduzione del traffico nella zona chiusa, pari allo 0,4 % della superficie provinciale, viene vanificato nel perimetro esterno all'era tassata" (Corriere Milano 19/01/08)

Ma veniamo alla situazione degli operesi che si recano ogni giorno nel capolougo, la maggioranza dei lavoratori, per produrre e non per divertirsi. Se nei primi giorni vi era stata una netta diminuzione del traffico, e della coda trappola compresa fra Opera e Milano, questa si è rivelata solo un effetto dei temporanei disfuzionamenti dell'attivazione degli "ecopass" e non di un reale cambiamento delle abitudini dei pendolari. La riprova di ciò è che adesso, a tre settimane dall'inizio dell'ecopresaperifondelli, la coda è tornata quella di prima, di mezzi in più non se ne vedono (e comunque sono anch'essi in coda), l'allargamento della Ripamonti con preferenziale sbandierato a destra e sinistra è ancora fantascienza.
Unica differenza tangibile? Molti soldi in meno in tasca per la sola "colpa" di abitare in un paese, ricordiamo della prima cintura milanese, nel quale per andare a lavorare si paga sotto tutti punti di vista.

Decisivi i comuni confinanti: Ramazzotti dove sei?

. mercoledì 16 gennaio 2008
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Grazie alla libera informazione su Internet, e non di certo per merito dei giornalai di regime e della pravda comunale, ho reperito un documento della Provincia di Pistoia nel quel si da un ruolo determinante ai comuni confinanti con un sito individuato per la costruzione di un impianto di smaltimento di rifiuti (o inceneritore).
Il Comune di Opera sembra quindi abbia in mano strumenti per dare battaglia legale.
Se così è, perchè non lo ha ancora fatto?????
Ecco un estratto cruciale del documento qui disponibile intergralmente:

Perché se è vero che ogni Ente può legittimamente ipotizzare le più svariate localizzazioni, non può tuttavia prescindere dal parere dei Comuni confinanti, le cui popolazioni siano direttamente interessate dall’impatto ambientale del nuovo impianto, poco o molto che sia.
E non tanto e non solo per rapporti di buon vicinato, ma perché
la giurisprudenza della magistratura amministrativa ci dice che gli "enti locali interessati" di cui all’articolo 27 del Decreto Legislativo 22/1997 (Decreto "Ronchi") sono tutti quelli i cui interessi vengono coinvolti dall’impianto e quindi, non solo quelli nel cui territorio si ipotizza di ubicarlo, ed annulla le decisioni
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assunte nelle conferenze di servizi nel caso non siano stati convocati tutti i comuni confinanti con il territorio del Comune in cui si vuole realizzare l’impianto. Ultimissima, in questo senso, la sentenza del T.A.R. Sicilia – Catania n. 1549 del 20 ottobre 2005.
Da qui l’importanza della concertazione preventiva. Formulare ipotesi che potranno difficilmente essere realizzate, suscita il legittimo allarme della popolazione che, sia detto per inciso, quando manifesta pacificamente – a prescindere dal torto o dalla ragione – esercita un preciso diritto democratico, tutelato dall’articolo 17 della Costituzione.


Capito? in poche parole i nostri amministratori si possono opporre legalmente. Vi sono strumenti legislativi e precedenti per dare battaglia.
Perchè tutto questo passa sotto silenzio?
Che abbiano già rinunciato fin dall'inizio ad opporsi al di là delle parole? (delle quali ci siamo stancati)
Ci aspettiamo fatti.
E un sindaco e candidati a fianco dei cittadini con tutti gli strumenti forniti dalla legge e sopratutto tutta la determinazione possibile.

Finalmente, un pò di verità: chiuso un inceneritore a Terni e sotto inchiesta il Sindaco.

. martedì 15 gennaio 2008
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da Repubblica.it

Emetteva diossina, inquinava il fiume. Gli operai invitati a farsi visitare. Sotto inchiesta il sindaco. Da stamattina i rifiuti portati nella discarica di Orvieto

Terni, produceva veleni killeril pm chiude l'inceneritore

TERNI - Indicano l'inceneritore come un animale da cui guardarsi, accucciato in una conca dove l'aria stagna anche nei giorni di tramontana, in via Ratini, un budello sterrato tra le ciminiere e i silos della zona industriale del Sabbione. E lo fanno a maggior ragione ora, che l'animale tace della sua rugginosa ferraglia. Che i suoi due camini non esalano più bave di fumo. Un nastro bianco e rosso e una macchina del corpo forestale dello Stato tengono lontani i curiosi (che non ci sono) e gli operai, che qui non metteranno più piede.

A lungo. Affissi al cancello di ingresso, due fogli dattiloscritti dell'Agenzia Speciale Multiservizi (Asm) datati 14 gennaio avvisano "il personale degli impianti di termovalorizzazione, selezione e trasferenza che, per cause di forza maggiore, gli stessi non sono accessibili e pertanto tutto il personale è posto provvisoriamente in libertà fino a nuova disposizione". Comunicano che 32 operai, entro le prossime 48 ore, "dovranno recarsi presso lo studio medico del dottor Barconi, in via Pacinotti, per sottoporsi ad esame radiologico". La città già sa dal primo mattino.

La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dell'impianto con un provvedimento che racconta una storia lugubre, un "disastro ambientale" nella civile, ordinata e pulita Umbria. Che vale nove informazioni di garanzia e accusa il sindaco di una giunta di centro-sinistra eletta al secondo mandato con il 70 per cento dei suffragi di aver avvelenato la propria gente. L'aria che respira, la terra che calpesta, il fiume di cui va fiera, il Nera. Vecchio di trentadue anni, l'inceneritore ha ruminato e bruciato sino al dicembre scorso (quando ne era stato disposto dal comune un fermo temporaneo per lavori di manutenzione straordinaria) oltre il 50 per cento dei rifiuti urbani della città e della sua intera provincia producendo, sin quando è economicamente convenuto, energia elettrica (5 megawatt l'ora). Ma in uno scambio diabolico, a leggere le sette pagine con cui il pubblico ministero Elisabetta Massini avvisa gli indagati dello scempio di cui li ritiene responsabili.

Perché la pulizia della città ne avrebbe significato di fatto la lenta e silenziosa intossicazione. A cominciare dal 2003 e fino a qualche settimana fa. I liquami dell'inceneritore - scrive il magistrato - venivano scaricati nel Nera in disprezzo dei limiti di concentrazione fissati dalla legge per il mercurio, per i residui dei cosiddetti metalli pesanti (selenio, cadmio, cromo totale, nichel, piombo, manganese, rame, zinco). E i responsabili dell'Asm (la municipalizzata che controlla l'impianto) ne sarebbero stati a tal punto consapevoli da tentare di "diluirli" nel tempo "aggiungendo acque di raffreddamento provenienti dalle torri dell'impianto". I forni bruciavano senza autorizzazione, anche ciò che non avrebbero potuto - si legge ancora - lasciando che le ciminiere alitassero nell'aria "acido cloridrico" e "diossine", liberate da una "combustione" tenuta al disotto dei limiti (850 gradi) e dissimulata da false attestazioni dei cicli di lavorazione. Ancora: avrebbero bruciato anche rifiuti radioattivi. Come dimostrerebbero cinque "incidenti" registrati lo scorso anno. Il 16 marzo 2007 - scrive il pubblico ministero - viene dato ingresso nell'impianto a legno e carta provenienti da Monza e risultati radioattivi. Il 27 giugno, una nuova "positività". Anche se questa volta i rifiuti sono ospedalieri. Arrivano da dietro l'angolo. Dal "Santa Maria di Terni". E non sembra un'eccezione. Perché il 4, il 9 e il 24 ottobre sono ancora "rifiuti sanitari" a far muovere gli aghi dei rilevatori di radiazioni. Va da sé - accusa il pubblico ministero - che agli operai che lavorano nella pancia dell'inceneritore venga taciuto in quale crogiolo di veleni siano immersi.

A quale sorgente cancerogena siano esposti, "nonostante, già nel 2002, uno studio commissionato dalla stessa Asm avesse accertato come ragionevolmente prevedibile il rischio di contaminazione". Nell'impianto nessuno sembra preoccuparsene. Peggio: nel reparto di "trasferenza", dove i rifiuti vengono separati e compattati, i filtri sono a tal punto ostruiti che "gli operai, per poter respirare, sono costretti a tenere aperte porte e finestre dei locali, provocando continue immissioni nell'aria di polveri nocive, da carta, nylon e altri rifiuti leggeri". Paolo Raffaelli, il sindaco, parla con un nodo alla gola. Alle tre del pomeriggio, di fronte al magnifico palazzo Spada, la casa municipale, attraversando una piazza che brilla come uno specchio, c'è chi lo ferma e lo abbraccia scoppiando in lacrime. È stato nel Pci e nei Ds. Sarà nel Partito democratico. È stato fino al '99 parlamentare. È un uomo intelligente e non gli sfugge cosa significhi l'avviso di garanzia che ha ricevuto qualche ora prima insieme all'intero vertice della municipalizzata che gestisce l'inceneritore (il presidente dell'Asm Giacomo Porrazzini, anche lui ex parlamentare europeo dei Ds; i consiglieri di amministrazione Stefano Tirinzi, Antonio Iannotti, Attilio Amadio, Francesco Olivieri; il direttore generale Moreno Onori; i delegati per i servizi di igiene e prevenzione Giovanni Di Fabrizio e Mauro Latini). Dice: "Stavo già passando settimane umanamente terribili per la Thyssen, che qui ha il suo stabilimento madre. E non sarei sincero se ora sostenessi che sui rifiuti sono tranquillo perché nel merito di questa vicenda ritengo che, nel tempo, siano state fornite alla magistratura tutte le controdeduzioni tecniche necessarie a far cadere gli addebiti gravi e direi pure infamanti che ci vengono mossi.

La verità è che questo sequestro non solo sporca la mia immagine politica, ma fa riprecipitare in tutto il Paese e nella sinistra la discussione sullo smaltimento dei rifiuti a un'antica e improduttiva guerra di religione: "inceneritore si", "inceneritore no". A Napoli, Bassolino e la Iervolino sono stati "impiccati" per non averlo ancora costruito. Io, da tempo, vengo "impiccato" dalla destra e da settori dell'ambientalismo per averlo fatto funzionare in un quadro integrato di raccolta differenziata, termovalorizzazione, uso delle discariche, sviluppo di nuove tecniche di bioriduzione. Una cosa sola è certa. Questo sequestro non riuscirà a sporcare la città, anche perché, sensibilizzata dal prefetto, la magistratura ha compreso che per evitare che Terni sia sommersa di rifiuti nel giro di quattro giorni, almeno i reparti di raccolta dei rifiuti dell'impianto possano continuare a funzionare come snodo di smistamento".

A un costo, però. Che apre un nuovo capitolo dell'emergenza trecento chilometri a nord della linea del Garigliano. Da questa mattina, tutti i rifiuti urbani di Terni e della sua provincia saranno avviati "tal quali" (così si definisce in gergo l'immondizia non separata) nelle "crete" di Orvieto, la discarica che, sino ad oggi, ha raccolto solo il 20 per cento degli scarichi del ternano. Il cielo umbro respira. La sua terra comincia a gonfiarsi. Al veleno non sembra esserci rimedio. Neppure qui. Tra ulivi e colline smeraldo che il mondo ci invidia.

Un solo commento. CARI AMMINISTRATORI ATTUALI E FUTURI: LE RESPONSABILITA' CI SONO E SE SARA' FATTO UN INCENERITORE ANCHE QUI' I CITTADINI VI PORTERANNO DAVANTI A UN GIUDICE.
La salute delle gente non ha prezzo.

Firmate la petizione, visitate il sito.

Per chi crede ancora che servono a produrre energia e non fanno male.

. domenica 13 gennaio 2008
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Pubblico questo post di Grillo e il video relativo perchè mi sembra molto, molto, molto chiaro a proposito degli inceneritori. Per favore, guardatelo, la televisione e i giornali non vi diranno mai queste cose, non vi diranno mai la verità ma ci riempiono di "ecoballe".



12 Gennaio 2008
Vedi Brescia e poi muori

Brescia è il luogo santo dei piazzisti degli inceneritori. Vi si recano in pellegrinaggio per respirare l'aria salubre direttamente dal camino. Bevono il latte locale e fanno un giro in bicicletta nei dintorni. E' la vittoria della scienza contro le tenebre.Per saperne di più su questo miracolo dell'innovazione ho deciso di aprire una piccola inchiesta. Oggi pubblico la prima parte del viaggio nell'inceneritore. Tenetevi forte.

"A Brescia vi sono inquietanti analogie con la Campania: nel latte di aziende dei dintorni della città si è recentemente scoperta una presenza di diossine fuori norma; si nota inoltre un’elevatissima incidenza di tumori al fegato.Ma il Registro tumori dell’Asl, rassicurante, sostiene, senza dati verificabili, che ciò è imputabile all’eccesso di epatiti e di consumi di alcol (Giornale di Brescia, 10 novembre 2007). Va segnalato che l’ing. Renzo Capra, presidente di Asm, fa parte del Comitato scientifico del Registro tumori dell’Asl, di cui è anche finanziatore.Si sostiene che vengono risparmiate 470 mila tonnellate l’anno di emissioni di CO2. ma non si dice che il confronto viene fatto con la discarica e non con il riciclaggio, che consente risparmi di emissioni di CO2 tre volte superiori (AEA Technology. Waste management options and climate change, European Commission, 2001).A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata. Ma questa viene annullata dal continuo aumento dell produzione dei rifiuti, assimilando gli speciali. In 10 anni, da quando funziona l’inceneritore, il rifiuto indifferenziato da smaltire è sempre rimasto pari a 1,1 Kg/giorno/pro capite, esattamente come la Campania, 5-6 volte superiore a quello indifferenziato dove si fa la RD “porta a porta” con tariffa puntuale (es. Consorzio Priula Treviso). L’inceneritore del resto ha bisogno di rifiuti ed Asm è riuscita a compiere il “miracolo” di mantenere le stesse quantità in 10 anni!Per gonfiare i risultati Asm dà i numeri in chilowattora ( 570 milioni ), facendo finta di non sapere che l’unità di misura, fuori dal domicilio privato, è il gigawattora (milioni di KWh) o il terawattora (miliardi di KWh). In verità il megaimpianto di Brescia ( 800.000 tonnellate/anno ) ha una potenza pari ad un decimo di una normale centrale turbogas; il costo impiantistico per MW installato è 5-6 volte quello di una centrale turbogas; la resa è di circa 20% del potere calorifico presente nei rifiuti contro un 55% di una centrale turbogas; la poca energia ricavata è annullata dallo spreco di altri materiali preziosi ( 5-6 mila tonnellate di ferro; 6 mila tonnellate di alluminio; centinaia di tonnellate di rame, ogni anno nelle ceneri, nel caso di Brescia ). Insomma nell’inceneritorista Lombardia, con 13 impianti, il contributo di questi alla produzione di energia elettrica è pari al 2%!E’ una macchina dello spreco e antieconomica che si regge solo sugli scandalosi contributi Cip6 (leggi il post) - per l’inceneritore di Brescia, oltre 60 milioni di euro l’anno, per 8 anni, il doppio dell’investimento impiantistico!.Nel 2006 l'inceneritore Asm è proclamato "campione del mondo", avendo vinto il "Wtert 2006 Industry Award". Sennonché l'Ente premiatore, Wtert, della Columbia University ha tra gli sponsor la Martin GmbH, Germany, produttrice dello stesso impianto Asm." Marino Ruzzenenti, www.ambientebrescia.it

Bella idea farne uno proprio nel PARCO AGRICOLO SUD MILANO.
Firmate la petizione, visitate il sito.

Ancora sull'inceneritore

. sabato 12 gennaio 2008
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Non vorrei essere troppo insistente ma per un paese relativamente piccolo come il nostro la costruzione di un inceneritore sarebbe un totale sconvolgimento della vita. E per questo torno sull'argomento oltre che per riportare le ultime dichiarazioni in merito di politici (non sul fronte locale dove "tutto tace", silenzio preoccupante... ) anche alcuni spunti di riflessione.

Come si sa la Regione Lombardia insieme al Comune di Milano sono i due grandi promotori del nuovo progetto ma, guardate la coerenza, proprio sul sito della Regione ecco come viene descritto il territorio che dovrebbe ospitare il nuovo tumorificio e nel quale viviamo:

Il parco Agricolo Sud Milano occupa una superficie di circa 46.300 ettari ad uso agricolo: i territori agricoli si estendono "a macchia di leopardo" all"interno dei confini del parco alternandosi a circa 19.000 ettari di territorio urbanizzato.
L"allevamento di bovini e suini è l"attività principale (in termini di reddito prodotto) con 305 allevamenti ed un"area utilizzata pari al 30% dei territori agricoli del parco.
La coltura più diffusa nell"area è quella dei cereali (43% del territorio agricolo coltivato) a cui seguono il riso (22%) ed il prato (16%). Sono presenti con percentuali minori il girasole, la soia, le orticole, le marcite, le floricole, i vivai, i pioppeti e le aree boscate.
L"area del parco si caratterizza come una delle zone di agricoltura più intensiva del territorio nazionale.
(...)

Cosa ve ne pare? a me di certo uno degli ultimi posti al mondo dove costruire un inceneritore. Mi sembra abbastanza oggettivo e infatti, sullo stesso sito, ecco un testo che cita alcune regole delle zone nelle quali è diviso il parco. Sono tre e ognuna ha vincoli più stretti della precedente. Noi siamo nella prima della quale si legge:

(...) Le "Zone" del parco

Ogni area protetta è divisa in "zone di attività", ovvero zone diverse con diverse caratteristiche di paesaggio, di attività lavorative, di presenza dell"uomo, di presenza di fauna e flora selvatiche tutelate e gestite con criteri differenti. Attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.) il Parco Agricolo Sud Milano ha individuato diverse "tipologie" di territorio, o zone:

1. territori agricoli di cintura metropolitana e verde di cintura urbana

Sono aree a vocazione agricola più vicine alla città: l"attività agricola è preservata attraverso una gestione del territorio che eviti l"insediarsi di nuove infrastrutture ed edificazioni che portino ad una frammentazione delle aree agricole e ad un"alterazione del patrimonio edilizio rurale (fatte salve le trasformazioni a fini agrituristici).

Bè, scusate, ma se un Inceneritore non altera un territorio del quale i prodotti finiscono sulle tavole di centinaia di migliaia di persone, allora cosa ci vorrebbe per alterarlo? un missile caduto dallo spazio?! due grattacieli di 11 piani (ah dimenticavo, quelli li stanno facendo...)?! Per non parlare dell'aspetto paesaggistico e delle prime vittime: gli abitanti dei comuni vicini, ovvero, noi.

Cosa vi avevo detto? Per la Campania pagheremo noi.

. venerdì 11 gennaio 2008
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Putroppo in questo caso mi dispiace molto avere avuto ragione. Riporto l'articolo uscito oggi sul IlGiornale.it.

A Opera il termovalorizzatore di Penati

di Gianandrea Zagato - venerdì 11 gennaio 2008,



Clicca per ingrandire
Il nuovo inceneritore sorgerà nell’ambito del Parco Sud. A nemmeno un chilometro in linea d’aria dal carcere di Opera. Ma c’è anche una seconda opzione: l’ampliamento dell’impianto di Silla 2. Gli uffici dell’assessorato all’Ambiente della Provincia sono già al lavoro insieme ai tecnici di Comune e Regione, dopo l’apertura di Filippo Penati al nuovo impianto.
Struttura in un primo tempo prevista nel piano rifiuti di Palazzo Isimbardi e che poi, dietro diktat di Rifondazione e Verdi era stata «sbianchettata» ovvero cancellata. Inceneritore depennato ideologicamente pur sapendo che Milano e Provincia nel 2011 faranno i conti con la necessità di soddisfare un ulteriore fabbisogno di impiantistica termica pari a 507mila tonnellate l’anno.
«Sbianchettatura» che, allora, nel luglio 2007, Penati giustificò perché «è inaccettabile la spinta di lobby industriali che fanno gli interessi di coloro che costruiscono gli impianti e che tentano di tirare per la mano la Provincia». Virgolettato finito, oggi, nel cestino della carta straccia: «L’obiettivo che la Provincia si pone è aumentare la capacità di termovalorizzare i rifiuti» e, quindi, si può «realizzare un nuovo inceneritore con un limite ben preciso di 500mila tonnellate in più».
Cambio di fronte di chi prende atto dell’impossibilità di dar corso al potenziamento di impianti esistenti e che incrina ulteriormente la sua maggioranza. «Il patto sottoscritto da Penati e dai partiti nel 2004 parla chiaro e non dice una parola sulla necessità di realizzare un nuovo termovalorizzatore» (Nello Patta, Prc), «Bisogna evitare che si realizzino inceneritori non per necessità ma per il business di bruciare i rifiuti degli altri» (Andrea Gaiardelli, Verdi). La Cosa Rossa vagheggia dunque battaglia consiliare sulla decisione penatiana. Che, d’altro canto, come già avvenuto nel recente passato (questione sicurezza, Cerba, infrastrutture) sa però di poter contare sull’appoggio del centrodestra.
E, infatti, mentre Forza Italia «presenta una mozione per la revisione del piano “sbianchettato“» e «reclama l’audizione dell’assessore comunale Maurizio Cadeo, dei vertici della A2A e delle altre società impegnate nello smaltimento», An applaude «Penati che saggiamente evita, tra 1 o 2 anni, di riciclare il suo nome da Filippo Penati in Antonio Bassolino». «Sì» garantito al nuovo impianto pure dallo Sdi: «Il termovalorizzatore è una necessità inaudibile. Al bando quindi i veti ideologici della Cosa Rossa»... (continua su http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=233255

Ringraziamo la sinistra e non aspettiamo che il nostro Sindaco ci difenda: dobbiamo pensarci noi. PRONTI ALLA MOBILITAZIONE GENERALE!
o se preferite ad ammalarci...

intanto
diffondete questo volantino e firmate questa petizione.



Aggiornamento:

11/01/08 Penati (con i sindaci di Opera, Rozzano e Locate) smentisce la notizia sottoriportata e minaccia querele a "Il Giornale". Di seguito il comunicato diramato dalla Provincia e riportato anche sul sito del Comune di Opera:

COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MILANO
Penati: “La notizia della localizzazione a Opera del nuovo termovalorizzatore è falsa e priva di ogni fondamento"
Milano (11 gennaio 2008)
“Sulla vicenda rifiuti ho più volte ribadito che la Provincia di Milano è ancora in fase di decidere se potenziare impianti di termovalorizzazione già esistenti o se costruirne uno nuovo per soddisfare il fabbisogno di smaltimento di 507mila tonnellate all’anno, così come previsto nel Piano rifiuti 2008-2011 approvato in Consiglio provinciale lo scorso luglio e ora in attesa di giudizio da parte della Regione Lombardia”. Con queste parole il presidente della Provincia di Milano smentisce duramente la notizia secondo la quale la Provincia ha scelto il Comune di Opera come sito per la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore.
“Voglio ulteriormente sottolineare – ha proseguito Filippo Penati – che mai, in nessuna occasione e in nessun documento si è ipotizzata la localizzazione di un termovalorizzatore a Opera, così come in nessun altro posto”.
La Provincia di Milano ha inoltre dato mandato ai propri legali di agire legalmente nei confronti del quotidiano Il Giornale per la pubblicazione dell’articolo apparso oggi dal titolo ‘A Opera il termovalorizzatore di Penati’ nel quale è contenuta la notizia falsa.


COMUNICATO STAMPA DEI SINDACI DI OPERA, ROZZANO E LOCATE DI TRIULZI

Termovalorizzatore nel sud Milano? una "notizia falsa"
Opera (11 gennaio 2008)
“Una minestra riscaldata e ormai ammuffita”. Usano una metafora i sindaci di Rozzano, Massimo D'Avolio, di Opera, Alessandro Ramazzotti e di Locate di Triulzi, Severino Preli replicando alle provocazioni degli ultimi giorni dell'assessore milanese Maurizio Cadeo, il quale insiste nell'affermare che nel sud Milano sorgerà un termovalorizzatore. E che a volerlo sarebbe il presidente della Provincia. Una “notizia falsa” precisa, in una nota stampa, Filippo Penati.
“Una notizia chiaramente strumentale – aggiunge Ramazzotti – e sono dispiaciuto e un po' meravigliato che Forza Italia di Milano e l'assessore Maurizio Cadeo preferiscano la strada del clamore e degli annunci invece di dare un contributo serio al tema del trattamento rifiuti, soprattutto ora che è in corso l'esame, da parte della Regione, del Piano provinciale. Mi risulta che non sia previsto alcun impianto nel Parco sud o, più genericamente, nel sud milanese, come tra l'altro ha chiaramente ribadito nel suo comunicato stampa diffuso oggi lo stesso presidente della Provincia di Milano”.
I primi cittadini di Rozzano, Opera e Locate però, non nascondono la loro perplessità sulla posizione che avrebbe assunto Forza Italia, la quale vorrebbe presentare “una mozione per la revisione del piano” rifiuti 2008-2011, proponendo, evidentemente, la realizzazione di un termovalorizzatore poco distante dal carcere milanese ai confini con Opera.
“Il problema rifiuti è troppo serio – sostiene il sindaco di Rozzano, Massimo D'Avolio – per utilizzarlo come forzatura e occasione di scontro politico”.
“L'impegno dei Comuni della provincia verso la raccolta differenziata – sottolinea il sindaco di Locate di Triulzi, Severino Preli - evidenzia la volontà di affrontare con determinazione il problema, senza inventarsi cose che nel Piano non sono contenute. Perché compito di un amministratore pubblico non è quello di fare dichiarazioni, ma di presentare proposte concrete”.

Beppe Grillo parla del possibile inceneritore nel sud Milano.

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FLASH: leggete l'ultimo post di grillo del 10 gennaio: cita la possibile costruzione del "tumorificio sud milano"...a mio parere inquadra bene tutto il contesto...

Finanziamento pubblico dei tumorifici

. martedì 8 gennaio 2008
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Putroppo come ho scritto nel post precedente aveva ragione Grillo: l'emergenza di Napoli è stata una scusa per rilanciare la costruzione di inceneritori in tutto il paese e non solo dei tre nuovi che ha annunciato Prodi per la Campania.
L'operazione nuda e cruda consiste in un semplice finanziamento dei nostri tumori mediante i nostri soldi: di questo si occupano i politici che ricordiamo sono nostri dipendenti.

Esagero? Leggete la tabella sotto. Come vedete ottenuta incrociando i dati di autorevoli fonti.


ingrandisci la tabella

Molti di voi penseranno: "Ma allora se non si brucia dove la si mette tutta la spazzatura?"
Ce lo spiega nel video sotto un autorevole professore univiersitario di New York.


Putroppo come vedete queste informazioni sono uscurate dai media di regime che sono impegnati a scoprire la data del matrimonio di Carla Bruni e a fare disinformazione su quanto avviene a Napoli (della serie "tutti i manifestanti sono camorristi"). Sveglia!

No Inceneritore Tumorificio nel Sud Milano: diffondete questo volantino e firmate questa petizione.

Inceneritore Sud Milano: attenzione alla Campania...

. sabato 5 gennaio 2008
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Quello che sta accadendo a Napoli, "La rivolta della monnezza", a mio parere ci tocca più di quello che crediamo. Sono completamente d'accordo con Beppe Grillo che nel suo post di oggi "Il Tandem dei Record" scrive che ha il sospetto

" (...) che la spazzatura campana sia un pretesto per
rilanciare gli inceneritori. Quelli che Bersanetor e D’Alema chiamano
soavemente termovalorizzatori e che nessuno costruisce più in Europa.Ho
scritto imotivi del no e le alternative. (...) "

Attenzione quindi. Se a Napoli e in tutta la Campania scoppia un'accesa guerriglia urbana per la riapertura di discariche figuratevi cosa succederebbe se volessero farvi degli inceneritori (che come sappiamo fanno molto più male). A dirla tutta è già anni che provano a costruire inceneritori in Campania e non riescono da un lato perchè la popolazione si ribella e dall'altro perchè le gare di appalto vanno deserte perchè la camorra guadagna molto bene con il disasroso sistema attuale.

Il timore è che "la soluzione definitiva" che sta pensando il governo e alla quale alludeva oggi Prodi sia già bella che pronta, in tre parole: inceneritori al Nord.

In Campania e nel Sud le varie mafie (che come si vede controllano il territorio al posto della Stato) non vogliono gli inceneritori, e non perchè come nel resto di Europa si ha la coscienza che gli sono fabbriche di morte e antieconomici dal punto di vista energetico, ma perchè, come esposto sopra, le varie camorre fanno tanti soldi con il sistema attuale, che nessun giornale ci spiega, ma che è molto semplice: far rivoltare la gente contro tutte le discariche legali e gli inceneritori in modo che le strade si riempiano di monnezza e la politica sia in difficoltà, e poi, presentarsi dai politici locali e dire "ti libero io tutte le strade (con discariche abusive contro le quali però non si alza una sola protesta...) se mi dai tot euro [di soldi pubblici. ndr.]".

Torniamo a noi. Il punto debole di tutta la catena è il Nord e i suoi cittadini mansueti che non si rivoltano, non bloccano linee ferroviarie, ma il 90% delle volte si prendono tutte le decisioni della politica sulle loro teste e sulla loro salute. Ecco quindi che la "soluzione definitiva" prodiana sarà costruire nuovi (e mortali) inceneritori al Nord. Tutti i progetti dormienti, come quello alle porte del nostro Comune, diventeranno improvvissamente "imprescindibile interesse nazionale" e così avremo due alternative: o subire tumori, morte e avvelenamento della nostra terra oppure cominciare a farci sentire anche noi.

Cosa scegliete?

PS. se credete che esagero leggete il minisito che ho creato e questo post di Grillo.

PPS. Alziamoci dai divani e proteggiamo la nostra salute e quella dei nostri cari: intanto diffondendo questo volantino e firmando questa petizione.