Falce e Carrello

. domenica 25 novembre 2007
  • Agregar a Technorati
  • Agregar a Del.icio.us
  • Agregar a DiggIt!
  • Agregar a Yahoo!
  • Agregar a Google
  • Agregar a Meneame
  • Agregar a Furl
  • Agregar a Reddit
  • Agregar a Magnolia
  • Agregar a Blinklist
  • Agregar a Blogmarks



Ritorno sul già trattato tema del monopolio della "grande distribuzione" presente a Opera e che in base alle più basilari leggi dell'economia ci spiega il perchè noi operesi e, come noi, tutti gli abitanti di comuni nella stessa situazione paghiamo di tasca nostra, in qualità e in ampiezza di scelta i vantaggi concessi a una nota impresa (se così si può definire) così profondamente intrecciata con una parte politica.

Evidentemente non ero un pazzo visionario e pieno di pregiudizi se gran parte degli argomenti precedentemente esposti in questo blog sono riportati nel quadro molto più esteso nello spazio e nel tempo rappresentato nel libro "Falce e Carrello" scritto dal patron di Esselunga Bernardo Caprotti.

Eccone un estratto dell'introduzione. Per capirci meglio e per comprendere meglio anche la situazione di Opera:

Basta anilizzare gli indici elaborati da
Panel International, un'azienda francese del tutto indipendente che fa
rilevamenti sui prezzi e comparare i prezzi di Esselunga di Milano a via
Ripamonti con quelli delle località dove essa non c'è. In altri termini, il
livello dei prezzi di Esselunga Milano, posto uguale a 100, fa da deflatore
ai prezzi delle Coop di tutta Italia [...] Il sistema Coop lasciato a se stesso
(ndr. senza concorrenza) costa di più al consumatore , oltre
ad essere meno efficiente. Dove c'è più concorrenza ci sono infatti meno
cooperative, e viceversa. Insomma, non è il mercato a giustificare una così
abnorme concentrazione delle cooperative. [...] questo incrocio di dati elaborati da una fonte indipendente ci permette una prova del nove. I prezzi sono più alti là dove la quota di Coop Italia è più elevata e c'è meno concorrenza.

Ovviamente nelle quasi 200 pagine del libro (che consiglio a tutti di leggere) si esplicano molti altri aspetti dei vantaggi che le Coop hanno dal sistema sindacati-partito-cooperative-istituzioni nel quale molte volte gli stessi uomini saltellano felicemente da una parte all'altra.

Ma perchè ho scritto tutto questo? Da liberale quale mi ritengo, non auspico affatto che la prossima amministrazione favorisca dei possibili concorrenti ai danni di Coop ma che NON FAVORISCA NESSUNO creando così le condizioni per un LIBERO MERCATO a vantaggio di noi conumatori. Anche perchè prevedo un'inversione di tendenza: il commercio locale tornerà ad essere centrale. Visti i costi sempre maggiori dell'energia bisognerà impiegarla esclusivamente per spostare la merce verso gli uomini e non anche, come succede ora andando a far la spesa in auto, anche gli uomini verso la merce. Ma questa è un'altra storia (e uno dei prossimi post). Stay tuned.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Il sig Caprotti spiega forse nel libro come si lavora presso le sue aziende? Spiega che se devi andare al bagno durante il turno rischi una lettera di Richiamo? Spiega come mai Esselunga ha anche una lunga scia di vertenze aperte dai propri dipendenti? Spiega come mai venga scoraggiata ogni forma di socializzazione tra i suoi dipendenti?
Spero di si, in ogni caso viva la falce ed il carrello se questo vuol dire spendere qualche soldo in più investito in salari e condizioni di lavoro migliori.
Personalmente io vengo a Opera a spenderli pur non abitandoci!
Chi non è daccordo è libero di spenderli altrove o dove meglio crede, e non è costruendo più centri commerciali uno vicino all'altro che si garantisce la concorrenza, la libertà di scelta già c'è ed è più che ampia.

Franco Giusti ha detto...

Io ho solo espresso la mia opinione ed enunciato alcune basilari regole del mercato che non ho di certo inventato io né Caprotti.
Almeno lo legga il libro, se no fa tante domanda che sanno solo da faziosità e pregiudizio.

Delle vertenze non mi stupisco...facile fare concorrenza con i sindacati....! E di questo il libro ne parla: ripeto, lo legga prima di giudicare.

Spero che sarà in grado di dimostrare nelle sedi competenti le gravi accuse che fa sotto forma di domada. Nel libro di Caprotti almeno ogni dichiarazione è corredata da documenti allegati che la provano. Le sue affermazioni senza prove sanno solo di calugna faziosa cara a una certa cultura totalitaria.

E sia chiaro: io non faccio pubblicità a nessuno. Non mi interessa che venga Esselunga, Pinco o Pallino, o che si costruiscano centri uno di fianco all'altro mi interessa che ci sia concorrenza e libero mercato a vantaggio dei consumatori.

Davide ha detto...

beh caro Franco Giusti, sembra che la realtà abbia recentemente superato la fantasia. Continui a sognare il suo mondo liberista invece di dare del calunniatore al prossimo. A propostito: si dice calunnia, non calugna.

Franco Giusti ha detto...

infatti caro Davide: appena si è parlato della candidura di Caprotti nel PDL ecco scoppiare lo scandalo, le bandiere rosse fuori dal supermecato, un'intera impresa ferma.
Per quanto riguarda il singolo caso preferisco far fede ai processi finiti e non alle dichiarazioni (tutte da dimostrare) di una parte in causa. I fatti dicono che (putroppo) il mobbing è un fenomeno molto diffuso: ma quante volte si scatena questo pandemonio?
E' proprio vero: la realtà ha superato l'immaginazione.
E comunque dire "l'esselunga è più cattiva" non discolpa certo le altre catene dai loro abusi, disservizi e inciuci politici.
Per quanto riguarda l'errore ortografico può capitare scrivendo spesso di fretta e la sera tardi.