E se il ticket non fosse sbagliato?

. venerdì 7 dicembre 2007
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Ho più volte in passato criticato l'amministrazione milanese per la decisione di imporre un ticket di ingresso a centinaia di migliaia di lavoratori che quotidianamente riempiono gli uffici della metropoli meneghina.


Credo ancora che sia in linea teorica sbagliato imporre balzelli nel 2007 nell'Europa della libera circolazione di merci e persone (e non a caso metto prima le merci...) ma devo dire che negli ultimi giorni la mia idea sta leggermente cambiando.


In particolare l'altra mettina mentre svolgevo l'estenuante quotidiana coda metallica sempre peggiore, che gli operesi (e i locatesi, e via dicendo...) pendolari devono obbligatoriamente subire per potere raggiungere il luogo di lavoro, mi sono soffermato a guardare nelle vetture altrui mettendo in atto una improvvisata ma eloquente statistica: ne è risultato che almeno l'80% delle vetture in coda era occupato dal solo guidatore (fateci caso...).

A questo punto ho pensato che in fondo così ce la vogliamo anche noi: ok l'atm è quello che è, ma mi sembrava di vedere un branco di viziati pecoroni. E' un problema di educazione e di abitudine al risparmio che oramai sembra un discorso completamente sorpassato. Se il ticket serve ad educare le persone a un uso più intelligente delle automobili ben venga ma su una cosa non transigo: senza una corsia preferenziale per i mezzi pubblici fino al capolinea del tram 24 non si può parlare di ticket e di riduzione del traffico entrante in Milano.

Ma poniamo che la Ripamonti venga davvero allargata (finchè non vedo...) in tempi brevi e che si facciano le preferenziali, a quel punto non ci sarebbero scuse, la macchina va lasciata a casa!!! Altrimenti sarebbe obbia la malefede che non solo meriterebbe ticket ma, a mio parere, forme ben più persuasive di educazione.

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