La bomba sociale

. sabato 17 novembre 2007
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Domenica scorsa è stata una giornata come tutti sappiamo molto agitata in primis per la tragica uccisione del giovane Gabriele Sandri e in seguito per le rivolte di ultras scoppiate in varie città italiane.
Non tutti sanno che i disordini ci sono stati anche molto vicino a Opera questo martedì sera : ovvero nella confinante Pieve Emanuele. Alcune decine di scalmanati hanno assaltato il residence ripamonti dove risiedono centinaia di appartenti alle forze del'ordine.
IlGiornale.it ha riportato così la notizia:

"Un gruppo di ultrà, circa 40 persone in tutto, martedì notte si sono dati appuntamento a Pieve Emanuele con cori e slogan contro le forze dell’ordine e si sono piazzati davanti al residence di via Ripamonti dove alloggiano decine di uomini della polizia. Gli ultrà non avevano bandiere e distintivi. Immediato l’allarme: sul posto pattuglie di carabinieri della compagnia di Corsico e di Milano. I manifestanti, alla vista delle sirene, si sono dati alla fuga. Fortunatamente non si sono registrati incidenti" (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=220712)

Da fonti ufficiose e non confermate apprendo che non si trattava affatto di ultras, di "tifo organizzato", ma solo di qualche decina di malcapitati per lo più ragazzi neanche maggiorenni e abitanti nella stessa Pieve Emanulele.
Come è noto il quartiere "ex-incis" come tutti i ghetti di case popolari costruiti negli anni 60-70 (Barona, Baggio, Gratosoglio...) è un vero e proprio caso sociologico. Il frutto di una politica scellerata e di speculazioni edilizie che ha visto ammassare migliaia di emigrati del Sud Italia senza cultura e senza lavoro e soprattutto senza creare una vera integrazione ma anzi progettando delibertatamente il loro isolamento.

I frutti di tutto ciò li raccogliamo ancora adesso e sopratutto li raccolgono per primi gli abitanti di Pieve Emanuele che non voglio di certo criminalizzare perchè giudico per primi le vittime di una situazione che ha le sue origini nella scelleratezza di decenni fa e che non si è per niente risolta con il passare del tempo.

Se fosse possibile demolirei tutto, incis, il terribile mostro architettonico che è il Residence Ripamonti costruito da Ligresti (lo stesso imprenditore proprietario dei terreni da quali erano stati sgomberati i rom dai suoi terreni a Dicembre 2006 con temperature vicine allo zero) nei "magici" (soprattutto per speculatori di ogni tipo) anni 80, e il desolante quartieri di uffici orribili, sfitti e abbandonati che sorge dall'altro lato del paese. Degli uomini non si possono fare vivere in una situazione del genere, in posti così brutti e abbandonati dallo stato e ai margini di ogni forma di civiltà e cultura.

Quello che si otterà non saranno dei cittadini ma orde, forse giustamente, inferocite pronte a menare le mani alla prima occasione (come sanno da anni i ragazzini di Opera vittime di sonori sberloni e allegeriti di spiccioli da parte dei loro vicini di comune) e cresciute apprendendendo non le leggi dello Stato ma quelle della strada o ancora peggio, per i più "meritevoli", quelle di alcune "onorate società" impiantate anch'esse al Nord e radicatesi fin troppo bene.

Ecco che anche Martedì sera è stata a mio parere una scusa per gridare ai rappresentati dello Stato più vicini, i poliziotti che allogiano al Residence, fra l'altro poveri disgraziati anche loro in quel bruttume e per di più lontani dalle famiglie, tutta la rabbia e l'odio coltivato nel ghetto di cemento in mezzo a chilometri di campi piatti che una volta si chiamava incis: il nome è cambiato ma, purtroppo, non la sostanza.

Ps. per chi volesse approfondire la triste e il clima che avvolge il residence ripamonti consiglio questo post (il terzo nella pagina che verrà caricata).

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